mercoledì 1 luglio 2009

in vino veritas

Un buon vino è come una donna, dalle curve sinuose , dolce e frizzante o forte e passionale, basta saperlo scegliere per entrare nell’Olimpo degli idei”. Questo pensava Giovanni, detto Giò dagli amici, mentre entrava nell’ennesima enoteca . Tutto era pronto per la cena , ma il vino, che tormento! Aveva organizzato tutto con dovizia di particolari , cena a lume di candela, serenata al chiaro di luna e la sua bella sarebbe caduta ai suoi piedi, e poiché sognava quel momento da vari mesi, tutto doveva filare liscio , pertanto anche la scelta di un vino , risultava di vitale importanza .Girava tra gli scaffali, come un automa in cerca di un vino speciale , quello che ti toglie i freni inibitori, e ti porta nel paradiso terrestre, ma per chi di vino non sa nemmeno l’ “A,B,C” risulta essere complicato districarsi con tutte quelle le varietà e marche che finiscono, per confondere gli occhi e anche un po’il cuore. Era cosi smarrito che una commessa con aria professionale si mosse a compassione “posso esserle utile signore ?”. “si certo ho bisogno di un bianco per una cena a base di pesce lei che mi consiglia?””Se vuole fare una bella figura direi di comprare del “pinot grigio cantina Santa Margherita , ottimo come aperitivo , o a tavola con insalate e primi di pesce“. Rinfrancato dall’esperienza della commessa decise di comprare del “Pinot grigio”, finalmente aveva partorito la scelta ,ora era tutto pronto , vino compreso, felice uscì dal negozio e si diresse verso casa soddisfatto. L’ora di cena era arrivata e presto avrebbe visto la sua dea, la sua venere di Botticelli, mise a punto gli ultimi dettagli quando suonò finalmente il campanello. La cena stava procedendo al meglio tra una risata e un bicchiere di vino e galeotto il vino ,che si fece più audace, la prese tra le braccia e la baciò .La donna presa alla sprovvista , e anche un po’ brilla gli assestò un sonoro ceffone e corse via dicendo”se sono qui è per far ingelosire il tuo collega Gianfranco quello si che è un vero uomo! Corse via sbattendo la porta. E fu cosi che dal paradiso in cui voleva salire Giovanni scese all’inferno . E come dicevano il latini”in vino veritas”

lettera di un padre disperato

Cara Allison,
sono qui sulla tua tomba, nel giorno in cui ricorre l’anniversario della tua prematura scomparsa. Avevi solo ventidue anni e una vita davanti, fatta di sogni, di speranza , poi un giorno, come se fosse destino, arriva la morte a portarti via da chi ami. Ti avevo insegnato che ci si può divertire senza eccessi , senza droga né alcool e tu lo sapevi, ma non c’eri solo tu su quella strada, cosi ti ho perso, accartocciata in una macchina, quella che ti avevo comprato io , la macchina che sognavi, quella che ti rendeva libera negli spostamenti. Invece proprio in quella auto hai incontrato la morte. A me non resta che lo sfogliare tra i ricordi , per vedere i tuoi occhi sorridere, per sentirmi dire “ti voglio bene pa’ ”. Tu eri il mio orgoglio e la mia vita e ora che non ci sei più non ho più ragione di vivere. Ora come vivrò? Questo dolore è troppo grande da superalo da solo, ma tu non ci sei perché quel ragazzo ubriaco, drogato passava sulla tua strada. E’la sua macchina che si è schianta sulla tua, tu e le tue amiche siete morte sul colpo , mentre lui si è salvato. Sono qui per scriverti questa lettera disperata per dirti che ti amato tanto, ma non te l’ho mai detto, pensando di avere tempo. Ti ho perso troppo presto, e ora non mi resta che questo dolore atroce che non riesco a lenire, che non riesco a superare, perché non c’è amore più grande di quello di un genitore. I ricordi di quel giorno pesano come macigni, nel mio cuore. Ti rivedo all’obitorio, il tuo viso nascosto da quel lenzuolo bianco, deturpato dallo schianto. Ricordo, gli occhi di colui che ti ha portato via da noi, mai un segno di pentimento, di dispiacere e i tuoi amici che tento mi hanno confortato. Ma tanto che importa se tu non sei con me. mentre son qui che ti ripenso bambina, cucciolo appena nato e ora corpo inerme in una bara. Ragazzi non bevete, non drogatevi, perché la vita è un dono prezioso. Fate che nessun padre debba sopportare questo dolore, ci si può divertire anche con il cervello , bere e drogarsi non è la soluzione ai problemi ma solo l’inizio. E mentre ti scrivo cara figlia mia , invoco quella giustizia degli uomini , che arriverà per colui che ha spento la vita di tre angeli e intanto muoio dentro, arido è diventato il mio cuore, non c’è posto per la serenità ma solo per il dolore. La vita non più fatta di mille colori conosce solo il nero delle morte, non c’è speranza, non c’è miracolo che ti possa riportare da me. Proteggimi e veglia su di me alla tua famiglia e ricorda che ti abbiamo amato.
con amore
papà