domenica 21 giugno 2009

oltre la disabilità: l'amore (capitolo secondo)

Andare a lavoro era diventato un supplizio vederlo sempre freddo e distaccato era per lei davvero troppo da reggere. Tutti palpavano la tensione che c’era tra loro ed era difficile non far trapelare la loro storia . Una giornata frenetica in un reparto di chirurgia pediatrica era un tocca sana per Anna, e di questo era grata più lavorava e più non pensava alla sua sventura, mentre era immersa nei suoi problemi un suono, riconosciuto come squillo , disturbò il suo pensiero: era il suo cellulare, subito rispose e una voce amica e allarmata la invitava a tornare subito a casa, Andrea stava male , aveva la febbre molto alta e lei non sapeva cosa fare aveva giàChiamato il medico . Anna non aveva mai corso in macchina , ma quella sera aveva fatto quella strada più veloce del vento, entrò in casa e prese in braccio Andrea e palpandogli la fossi iliaca destra, si accorse che il bambino aveva dolore , ipotizzando una appendicite decise di portare il bambino dirittamente al proto soccorso del suo ospedale tanto a quell’ora non avrebbe sicuramente visto Antonio. Alla fatidica domanda “che abbiamo ?”Antonio l’infermiera Rispose :” sospetta appendicite “ , procediamo con la visita , eseguite un emocromo urgente , io intanto parlo con la madre. Le infermiere svolsero il loro lavoro con professionalità cercando di mettere il bambino a più aggio possibile “chi è la madre del bambino?” ” Sono io disse Anna mentre si girò di scatto per vedere davanti a sé l’uomo che avrebbe curato suo figlio, con stupore si accorse che era Antonio . “vieni , temo che Andrea debba essere operato, ma ti dirò qual cosa di preciso quando avrò le analisi intanto vorrei ricoveralo” ,poi prese in braccio il piccolo e guadandolo con tenerezza gli promise che sarebbe andato tutto bene. Anna vedendo quel quadretto, non poté non pensare che forse il cuore di Antonio si fosse un po’ sciolto davanti gli occhi di suo figlio e alla tenerezza che questi bambini danno a chi hanno vicino. Dopo qualche ora Antonio andò da lei per comunicarle il verdetto finale:”appendicite acuta” e che il suo aiuto avrebbe operato il suo bambino . Anna era arrabbiata ma come disse non Lo operi tu ? lo lasci nelle mani di una altro ? perché?. Antonio le andò vic$ino le prese le mani e disse che sarebbe andato tutto bene ? il dottor Peterson è il migliore aiuto che abbia, io non posso sono coinvolto e andò via sbattendo la porta. Per un bambino affetto da trisomia 21 anche un intervento di appendicite può essere difficile e comportare molti rischi e questo Anna lo sapeva , un ‘angoscia cosi non l’aveva mai provata. Intanto nel suo ufficio Antonio ripensava suo figlio mentre colloquiava con il suo aiuto “allora mi dice perché non vuole operare quel bambino, la vedo assente e stanco non è da lei”. “Non posso sono stanco e poi…e poi è mio figlio e non posso , per etica, ti metto in mano la vita di quel bambino”. “se vuole può assistere “ preferisco stare con Anna . Anna era seduta lì in quella sala d’aspetto, senza luce e ne colori , spesso in quegli anni aveva visto genitori seduti su quella panchina ad spettare notizie di un proprio familiare, ma solo ora era a conoscenza di quel dolore che si capisce solo quando lo si prova, era lì che aspettava quando senti una mano sulla spalla in un gesto di impeto Antonio la prese tra le braccia per consolarla ,”vedrai tutto andrà bene nostro figlio è forte ,è forte”.

giovedì 18 giugno 2009

a te che soffri

,A te che hai visto la fiamma dell’amore come unica meta a cui tendere, e su cui ergere la tua esistenza
A te amico,malato di dolore
A te che hai visto i sogni infrangersi come l’onda si infrange sul promontorio della vita lasciando la sua schiuma come unico ricordo
A te essere semplice ed innamorato, dedico questo canto umile e silente che non ha come intento di lenire quel tuo cuore malato d’amore , quella tua sofferenza che tanto mi strige cuore , ma è un solo grazie per avermi dato quell’onore
Quella di sentirmi considerare amica anche nel dolore

sabato 13 giugno 2009

oltre la disabilità: l'amore parte prima

Anna guardava il suo piccino, mentre dormiva , in quei magnifici due anni lo vedeva addormentarsi ogni giorno e con lo stesso dolore si interrogava:” perchè? Perché proprio a lui? Andrea era un bambino speciale perché aveva un cromosoma in più , infatti era affetto dalla trisomia del cromosoma 21 o più comunemente sindrome di down, che tutti conosciamo perché ahimè molto diffusa . Certo la vita aveva messo alla prova Andrea non ancora nato, quando suo padre aveva deciso di abbandonarlo , perché troppo imperfetto, e troppo anormale. Ma che cos’è che scatta dentro un uomo che lo spinge a lasciare suo figlio sangue del suo sangue, non lo so , ma pur non avendo un padre aveva tanta gente che lo amava più di ogni altra cosa al mondo. Anna aveva lasciato tutto per suo figlio, un lavoro brillante da infermiera , ma non le pesava per i figli si è disposti anche a morire. Un giorno però decise di tornare a lavorare ormai Andrea era grandicello e l’avrebbe potuto portare all’asilo nido in oltre c’era una schiera di persone pronta a prendersi cura di lui, e cosi fece, dopo qualche mese trovo lavoro in una nota clinica di Roma.Il primo giorno in reparto è sempre difficile per tutti: nuovi colleghi, facce nuove, nuovi metodi e tante cose da imparare . Anna aveva superato brillantemente quel giorno di prova e quindi il posto di lavoro, era suo. Era felice mentre era in reparto , quando d’improvviso senti una voce che aveva cercato di dimenticare , si volto di scatto e riconobbe quegli occhi che l’avevano fatta innamorare. “Anna vieni che ti faccio conoscere il nostro primario , il professore Antonio Drago” si senti chiamare dalla caposala mentre lei avrebbe voluto solo sparire . Fatte le presentazioni , iniziò il giro visite , che venne svolto con professionalità e competenza, tra i suoi pazienti c’era un bambino con la trisomia 21, con stupore di Anna vide il primario prendere in braccio il bambino e giocare con lui e un po’ di amarezza le attanagliò il cuore, come un uomo potesse essere cosi dolce e buono con i figli degli altri e aver abbandonato il suo senza chiedersi nemmeno come stesse. Anna provava una rabbia , un dolore, che le toglievano il fiato eppure rivedere i suoi occhi marroni e quel sorriso avevano scombussolato il suo cuore. Mentre era immersa nei suoi pensieri, venne riportata alla realtà dal primario che la invitava a raggiungerla nel suo studio, suo mal grado fu costretta a seguirlo. L’imbarazzo era palese, “il destino a voluto che ci rincontrassimo e credo che dovremmo lasciare da una parte i nostri problemi personali per i nostri pazienti, credo che sia meglio che nessuno sappia che già ci conosciamo “ Anna non credeva alle sue orecchie è proprio vero l’amore rende proprio cechi , ok dissi non preoccuparti. “Come è difficile”pensò Antonio mentre si allontanava dalla stanza , è sempre più bella non sono mai riuscita a dimenticarla ma come potevo dirgli che avevo n tumore , come potevo dirgli che forse sarei morto e poi nostro figlio ha bisogno di lei non può concentrasi su di me si è meglio, ma fare l’indifferente è diventato molto difficile, un mese e poi avrebbe saputo se le nuove terapie avranno fatto effetto e allora solo allora avrebbe provato a riconquistare la sua Anna. Anna era scossa non pensava il rivedere Antonio l’avesse turbata più dl solito, ma non era turbata ma semplicemente disperata, per anni aveva cercato di dimenticarlo, ma era stato impossibile, quando trovi il vero amore credi impossibile che questo possa finire e in quel modo. Ma la realtà era un’altra aveva abbandonato suo figlio , perché malato, lui, che i bambini malati li cura, non si capacitava di ciò. Tornata a casa corse a prendere in braccio il suo Andrea e a giocare con lui cosa che la distendeva moltissimo,ma allo stesso tempo pensava che non l’avrebbe mai visto giocare con suo padre, come fanno tutti i bambini abili e disabili, il cuore gli riempi di tristezza

sabato 6 giugno 2009

l'amore quando arriva arriva

Marta ti prego” urlò Gianna alla sua sorella gemella , farò tutto quello che vuoi se domani vai a quella cena al posto mio, lo sai come nostra nonna vuole cercarmi un fidanzato ad ogni costo e io proprio non ho voglia di trovarmi un barboso figlio di papà noioso e petulante, ti prego, ti prego non mi vorrai far morire cosi giovane . Marta non potendo più sentire le sue lamentele che decise di sostituire la sorella e di far contenta la nonna, sovente avevano scambiato le loro identità di gemelle omozigote e nessuno se ne era mai accorta. .La sera della cena si vesti di tutto punto si trucco e via con la sua Ferrari verso una di quelle serate noiose a casa di sua nonna, ma che poteva fare Gianna riusciva sempre a farle fare quello che voleva. Cosi presa dai suoi pensieri arrivo nel giardino di casa della nonna, si appresto a bussare quando la sua attenzione venne catturato dagli occhi penetranti del giovane che la precedeva. Appena entrata salutò la nonna con trasporto non perdendo d’occhio quegli grigi come il ghiaccio e si diresse verso la sala da ballo che era piena di gente, non conoscendo nessuno si mise in disparte ,seduta a fare da tappezzeria a chi si divertiva ballando .L’uomo con gli di ghiaccio parlava con una donna forse la sua fidanzata pensò, e proprio mentre era immersa nei suoi pensieri , udì una voce calda e suadente che l’invitava a ballare presentandosi. Diceva di chiamarsi marco, guardarlo negli occhi era qualcosa di magico, tanto che il suo cuore era in subbuglio. Non si perse l’occasione e porse la mano al bellissimo esemplare di uomo che aveva davanti e andarono in pista a ballare. Marco mai in vita sua aveva visto mai una donna cosi bella, mai si era sentito cosi agitato , aveva il cuore in tachicardia da quando quello sguardo le aveva trafitto il cuore. Eppure tutti i suoi amici lo consideravano un don Giovanni. Mentre ballarono parlarono del più e del meno dei lavoro di tutto che sembrava conoscersi da una vita . Marta per la prima volte sentiva il cuore battere ad un isono con un ragazzo, avere una sintonia cosi particolare con un uomo da quando il suo grande amore l’ aveva tradito. È vero che esiste il colpo di fulmine esiste, infondo era quello che le era successo si era innamorata del bel Marco .E quando uscirono sul patio per guardare le stelle Marco le si avvicinò le prese tra le braccia e la baciò con tenerezza e passione ma ebbe un effetto su Marta devastante. Tanto che scappo via senza che marco potesse fare nulla per fermarla, non facendo altro che biasimarsi per non avere avuto troppa pazienza non sapeva come trovarla. Avrebbe chiesto alla signora guidoni sicuramente sapeva chi era la donna che aveva conquistato i suo cuore. Il mattino dopo Gianna chiamò la nonna per sapere come era andata la serata del resto avevano architettato tutto per aiutare Marta ad uscire dalla depressione la nonna le aveva raccontato tutto che l’aveva vista ballare con il nipote della sua amica Andrea ed era veramente serena .Gianna interrogò la nonna su Marco e scopri che era una bravo ragazzo e quindi bramava dal desiderio di sentire le novità della sorella quando si sarebbe svegliata. Marta racconto alla sorella dell’incontro di quella sera e che aveva dimenticato di chiedere il cellulare a Marco perché era scappata dopo che lui l’aveva baciata. Gianna non faceva altro che ridere era buffo che la sorella fosse cosi sciocca :”trovi l’uomo della tua vita e scappi” disse come hai potuto fare una cosa del genere? Erano i rimproveri che Gianna continuava a farle. Penso, qui ci vuole Cupido Gianna, si fece dare dalla nonna il numero e l’indirizzo di Marco e decise di andarlo a trovare. Con grande stupore entrò nella casa editrice, che aveva respinto il libro di Marta e si presento dicendo che voleva parlare con Marco, entrò e lo guardo diritto negli occhi notando il suo stupore, subito si presentò dicendo di essere la sorella i Marta , subito nacque una simpatica amicizia, lui le parlò di come la freccia di cupido aveva scoccato la freccia nel suo cuore , che dopo una delusione , aveva provato dei sentimenti per la sorella . Gianna ascoltava le parole di Marco con grande attenzione e soddisfazione l’unico problema che la sua casa editrice aveva respinto il suo libro e conoscendo la sorella non lo avrebbe mai perdonato. Marco allora chiamò la sua segretaria per farsi ridare il manoscritto di Marta ripromettendosi di leggerlo. Gianna se ne andò da quel colloquio soddisfatta era davvero il ragazzo per Marta, dolce e intelligente come piace a lei . Fu sorpresa qualche giorno dopo quando lui a chiamò dicendo che il libro era bellissimo e che ora l’aveva apprezzato perché stava provando le stesse emozioni per cui aveva deciso di pubblicarlo e di fare una sorpresa a Marta e le avrebbe detto amarla ma ch le serviva il suo aiuto. Gianna decise di invitare Marco a cena per fargli conoscere la famiglia o meglio Marta quando lo vide il suo cuore rincominciò a battere cosi forte da uscirgli dal petto, tuttavia non gli disse chi era per paura di perderla. Finalmente era il giorno del lancio del libro e tutta la famiglia si reco al posto stabilito solo a Marta era stato nascosto tutto. Nonna ma si può sapere dove dobbiamo andare cosi agghindate mi state facendo arrabbiare , tu e Gianna dai su mi dite che succede. Appena arrivata negli studi televisivi lesse il cartellone che diceva benvenuta alla presentazione del libro vento passione di Marta guidoni. Guardò prima la sorella , poi la sorella esclamando e voi che ce entrate in questa storia!!!! La nonna rispose entra e lo saprai. Una voce suadente incominciò a parlare “un giorno una ragazza venne alla mia casa editrice portandomi un manoscritto , di un libro , in un primo momento non mi piacque e decisi di non pubblicarlo, ricordo l’impeto di quella giovane nel dirmi che ero troppo cinico per capire cosa si prova quando si è innamorati e aveva ragione, passa circa un anno e galeotta fu una festa a casa di un amica di mia nonna pensavo di annoiarmi , e invece no il mio angelo era li
Fu cosi che rilessi quel libro e lo vidi sotto un altro aspetto , perché anche io provavo le stesse emozioni cosi ho deciso di pubblicarlo, Marta Ti amo e questo dono è per te” . Marta Era incredula guardava a destra e a sinistra c’era tanta gente gli amici, i genitori tutti erano venuti per il suo libro , ma era arrabbiata e contenta in contemporanea te Marta esoridi cosi nel suo primo discorso da scrittrice “che eri un farabutto signor editore lo sapevo, ma fino a questo punto……..Però sei anche affascinante e purtroppo anche io ti amo lo guardo negli occhi ridendo e incominciò a parlare davanti la platea del suo libro finita la serata Marta era cosi arrabbiata che non si trattene più voglio sapere tu cosa centri con questa farsa , guardando la sorella negli occhi tu sapevi tutto e tu come ti sei permesso di mentirmi mi hai detto che lavorarvi in una casa editrice e no che eri il capo e poi adesso tutti penseranno che mi hai pubblicato il libro perché ero la tua amante,Adesso basta per favore se ho fatto questo è perché volevo fare una cosa speciale per te e se tu non lo capisci che quel libro è fantastico sono solo affari tuoi , io non potevo capirlo all’inizio perché ero cinico e distaccato , ma tu già da quel primo incontro mi hai fatto capire quando sbagliavo ad essere cosi le nostre nonne e tua sorella ci hanno solo aiutato lo hanno fatto solo perché ti vogliono bene ed erano preoccupati per te , con Gianna farò i conti dopo e si avvicino pian piano a marco e lo circondò in un caldo abbraccio e mentre la baciava , tutta la tensione del momento calò e si lascio cullare da quel nuovo e brillante sogno d’amore. Marco le racconto di come aveva conosciuta Gianna e di come le nonne avevano architettato tutto per fare in modo che si potessero conoscere, e quel cupido in aspettato aveva portato un vento di speranza nella sua vita e doveva re ingraziare tutte le due persone che amava di più sua sorella e la sua adorata nonna. Da lontano si sentivano i gridolini entusiasti di Gianna e Marta corse ad abbracciarla cosi quella sera divenne speiciale. Dopo alcuni mesi Marta sposo Marco e proprio a quella festa gianna conobbe andrea fratello minore di Marco , chissà penso marta forse il prossimo sarà il loro e baciò la sorella